La ripartenza dell’autunno
Sono ripartite le assunzioni, dopo la crisi della pandemia che ha paralizzato un mercato del lavoro sempre più “asimmetrico”, dove cioè aumenta la difficolta di trovare un lavoro per chi non ce l’ha e di trovare lavoratori per le imprese. La ripresa si è fatta sentire. L’industria e la manifattura sono ripartite, assieme all’edilizia sotto la spinta dei super-bonus e delle ristrutturazioni legate al risparmio energetico. È ripartito anche il settore turistico e ricreativo, a caccia di stagionali.
La classifica degli introvabili
Secondo i dati del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, nella classifica dei lavoratori introvabili ci sono i tecnici dei “Sistemi informativi” seguiti dai professionisti delle aree “Installazione e manutenzione” di impianti. Difficili da reperire anche i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni, gli artigiani e operai specializzati nella installazione e manutenzione delle attrezzature elettriche e elettroniche, i tecnici in campo ingegneristico. Al primo posto della speciale classifica degli introvabili ci sono però gli artigiani e gli operai specializzati “addetti alle rifiniture delle costruzioni nell’edilizia”.
Come mai il lavoro c’è ma non si trovano i lavoratori
I motivi per cui non si trova lavoro e non si trovano lavoratori deriva in parte dal cosiddetto mismatch, che deriva dalla mancanza di collegamenti tra mondi della scuola e mondo del lavoro. La difficoltà di reperimento delle figure ricercate dalle imprese, è infatti ancora al 32,7%. In altri termini un terzo delle figure ricercate fatica ad essere trovato dalle aziende. Un’altro dei motivi per cui non si trovano lavoratori consiste nel fatto che in Italia siano molto carenti i servizi di orientamento, sia scolastico sia professionale.
Quindi opportunità di lavoro ce ne sono, piuttosto non sempre coincidono con le aspirazioni o e ambizioni dei candidati. Come spesso abbiamo ripetuto in questo blog, oggi si studia per tutta la vita, e gli enti di formazione servono a questo. Inutile pensare che si studia e si va a lavorare, serve un percorso di formazione che dia le competenze necessarie, a prescindere da quale sia il tutolo di studio conseguito.