Negli ultimi mesi la formazione e la didattica a distanza sono diventati esperienze comuni alla maggior parte delle persone. Il mondo della formazione e dell’istruzione si è di fatto trasferito sul web modificando sistemi di educazione tradizionale basati sull’aula e la presenza. Il digitale è entrato nel mondo della formazione non da ieri, la pandemia ha solo reso più veloce questo processo, in attesa di una e vera integrazione tra il mondo della didattica e quello del digitale.
Nel periodo della pandemia, in cui si è scoperti fatto la didattica a distanza, nessuno però ha mai parlato di E-learning, preferendo ragionare sul concetto di distanza e di virtuale: formazione a distanza ed aule virtuali sono “altro” rispetto all’aula in presenza, che invece è reale, reale nelle interazione e nei processi di apprendimento, reale nello spazio fisico, la scuola appunto, che oggi sempre di più è un concetto olistico.
L’e-learning è una storia diversa da quella della formazione a distanza, un mondo decisamente più complesso che ha regole proprie e metodologie ben precise, che si definiscono dall’integrazione della tecnologia digitale con le azioni dell’insegnare e dell’imparare. Nell’e.-learning virtuale e reale si integrano, nell’ottica di un luogo terzo che assomiglia all’infosfera di cui parla il filosofo Luciano Floridi e che ormai è il luogo in cui pensare la nostra vita, il nostro lavoro e la nostra socialità. La tecnologia digitale al servizio della persona implica una buona coscienza dello strumento e la consapevolezza che il digitale non sostituisce il reale. Nell’ambito dell’apprendimento il digitale è una possibilità che apre nuove opportunità. Su tutti i livelli di istruzione: oggi il 90% delle università americane eroga corsi sul web, e in Italia il 75% delle accademie dichiara di avere una politica universitaria per l’e-learning.
Le prospettive future della formazione e dell’istruzione sono probabilmente quelle della modalità “blended”, parte della formazione in aula e parte a distanza. Occorre forse sottolineare a questo punto le differenze tra il mondo della scuola e dell’istruzione e quello della formazione, che si occupa di trasferire competenze specifiche ed ha empiricamente una certa efficacia anche in ambienti esclusivamente virtuali. I processi di apprendimento, in particolare per gli allievi più piccoli, invece difficilmente possono fare a meno dell’interazione e della condivisione di uno spazio fisico comune. Il futuro è blend, uomo e macchina sono destinati a cooperare, e “condannarti” a farlo per lungo tempo.