Si chiama Care Economy, e secondo gli esperti che studiano le dinamiche economiche sociali e demografiche del nostro paese potrebbe essere una parte importante di una nuova economia del futuro.
La “Care Economy” comprende la salute, l’istruzione, i servizi sociali e tutte quelle altre forme di assistenza retribuita e gratuita che vengono fornite dai membri della famiglia e della comunità. E promette di essere una grande opportunità in termini di occupazione. In particolare nell’ottica della ripartenza dopo la pandemia da Covid-19, le cui ripercussioni sul mercato del lavoro sono sempre più preoccupanti.
Da inizio pandemia ad oggi sono andati persi 945mila posti di lavoro. A febbraio gli occupati erano 22.197.000, ovvero 945.000 in meno rispetto a febbraio 2020 ed il tasso di disoccupazione giovanile medio è salito al 31,6 (ISTAT 6 Aprile 2021).
La situazione si aggrava se abbinata al livello di istruzione rilevato nel nostro paese: solo il 27,6% delle persone di età compresa tra 30-34 anni è laureati. Peggio di noi in Europa solo la Romania, 25,8%, meglio di noi la Bulgaria. Stesso scenario sulle competenze di cui gli adulti sono in possesso oggi necessarie per lavorare nel mondo del digitale rilevate dall’OCSE, l’Italia è stabilmente tra gli ultimi posti.
La “Care Economy” è destinata ad assumere una rilevanza sempre maggiore nell’economia e nel mercato del lavoro, dato l’aumento della domanda pubblica e privata di servizi, solo se aumenterà il valore che al lavoro di cura la nostra comunità sarà in grado di associare e riconoscere dal punto di vista economico.
Tra le cause della sottovalutazione del lavoro di cura la mancanza di accesso ai servizi di welfare che vanno a ricadere sul lavoro non retribuito delle donne e delle ragazze o dai lavoratori domestici sottopagati per fornire, o addirittura sostituire, i servizi pubblici mentre cercano di limitare l’onere finanziario per lo Stato.
Per effetto della innovazione tecnologica e scientifica nel campo della sanità si vive più a lungo che in qualsiasi altro momento della storia, le popolazioni di tutti i paesi stanno invecchiando, quindi aumentano le persone che necessitano di assistenza. La pandemia da COVID ha solo accelerato questa tendenza, chiara e visibile da anni: l’economia dell’assistenza è in crescita per la domanda di servizi di custodia dei bambini e di assistenza agli anziani, per la carenza complessiva e tendenziale di risorse con cui alimentare il welfare e per i trend demografici mondiali.